La storia di Gianlorenzo Gai in Luiss è legata al QTEM, dall’alba al tramonto. Fin dalla sua application per l’Ateneo, la possibilità di partecipare al programma di mobilità internazionale ha giocato un ruolo cruciale. Una volta concluso il percorso di studi, l’esperienza all’estero gli ha garantito di iniziare un Graduate Program a Copenaghen.
Aspetti che lo stesso vincitore della Data Challenge con il Team Spaghetti Analytics ci tiene a sottolineare: “La scelta di studiare in Luiss è stata dettata principalmente da due ragioni: l’Università è l’unica ad avere un corso di Corporate Finance, e poi l’intenzione di partecipare al QTEM, un’esperienza che mi ha sempre affascinato tanto”.
Un programma a cui Gianlorenzo assegna un’importanza tale da definire il momento dell’ammissione al QTEM come il suo ricordo più bello in Luiss. All’Ateneo lo lega un rapporto speciale: “Il suo punto di forza principale è l’offerta di servizi: all’interno dei campus si può approfondire di tutto, dalle lingue ai percorsi professionalizzanti. Ti dà una preparazione a 360 gradi”.
Tra i docenti che hanno avuto un impatto particolarmente positivo, cita il suo relatore Luigi De Vecchi, “un Professore che mi ha sempre affascinato per la sua capacità di spiegare la materia attraverso esempi pratici. Mi ha avvicinato ai mercati finanziari, un interesse che in precedenza non avevo maturato molto”.
Del QTEM, invece, racconta l’importanza a livello personale e professionale: “In Australia e Canada, ho avuto la possibilità di studiare materie diverse rispetto a quelle che seguivo in Luiss. Mi sono avvicinato a diversi settori e a differenti modalità di insegnamento. Poi, chiaramente, ci sono i miglioramenti a livello personale, dovuti alla possibilità di conoscere nuove culture e scambiare idee con persone con background molto diversi”.
Un’importanza rivestita anche nella specializzazione del suo profilo: “Quando si cerca lavoro non sono solo gli studi a fare la differenza. In qualche modo, ci si deve distinguere e le esperienze personali aiutano a convincere il recruiter. Nel mio caso è stato così, me lo ha confermato il riscontro dell’HR”.
L’HR in questione è la persona che lo ha ammesso al Graduate Program in International Operations Finance: “Lavoro alla Novo Nordisk di Copenaghen, sarò qui fino al 2022. Sono molto contento, è una crescita continua. Un contesto così diverso, con persone con una cultura del lavoro quasi opposta alla nostra, è estremamente formativo”.
Il terzo continente in poco più di un anno, ma non è finita qui: “Il Graduate Program prevede uno scambio e vorrei andare a lavorare nell’Asia Pacifica, quindi ne aggiungerò un quarto”. Un viaggio senza fine, con un obiettivo chiaro in testa: “La parola che più mi descrive è ‘conoscere’. Vorrei continuare a imparare”.
Sulla base delle sue esperienze, Gianlorenzo ci tiene a dare un consiglio a chi ha intenzione di intraprendere un percorso simile al suo: “Non lasciate nulla intentato per paura di fallire. In Italia non abbiamo la cultura dell’errore, non lo valorizziamo. Altrove, sbagliare è quasi consigliato: prima lo si fa, meglio è. Ci sono errori che servono a crescere e a ripartire ancora più preparati”.